Tasso di cambio applicabile a un pagamento per l’estero
Secondo l’Ombudsman, il problema in questo caso era che la banca ha dato un tasso indicativo per la conversione prevista dal cliente, ma non ha specificato la base su cui sarebbe stato calcolato il tasso effettivo. Era perfettamente comprensibile che la banca utilizzasse il tasso del giorno precedente per ragioni pratiche. Per il cliente era del tutto comprensibile che il tasso applicato alla transazione potesse discostarsi dal tasso indicativo che gli era stato dato. Tuttavia, dato che non c’era stata alcuna fluttuazione significativa tra le due valute in questione nel periodo in questione, cosa riconosciuta da entrambe le parti, il cliente non capiva perché gli fosse stato addebitato un tasso notevolmente meno vantaggioso.
La ragione è che per il tasso indicativo, la banca ha preso un tasso di cambio applicabile alle transazioni interbancarie del giorno precedente, e non uno che ha effettivamente utilizzato per i clienti. Anche il giorno precedente, non avrebbe convertito a quel tasso, ma vi avrebbe aggiunto il suo margine. Il cliente non ha capito questo e si è sentito imbrogliato. L’Ombudsman, che ha trovato questa reazione abbastanza comprensibile, ha consigliato al cliente di chiedere nuovamente il rimborso della differenza, questa volta rivolgendosi direttamente alla direzione della banca. Poco dopo aver seguito questa raccomandazione, il cliente ha informato l’Ombudsman che la banca aveva soddisfatto la sua richiesta. Tuttavia, la banca ha dichiarato che si trattava di un gesto puramente commerciale: non era d’accordo con il cliente e credeva di aver agito legittimamente e con sufficiente trasparenza. Il cliente e l’Ombudsman non condividevano questa opinione ed erano convinti che altri clienti avrebbero contestato questa pratica, cosa che è stata successivamente confermata. Tuttavia, il compito dell’Ombudsman si limita a mediare in controversie specifiche: se constata che una pratica causa regolarmente problemi, informa la banca interessata, ma non ha potere d’istruzione e non può quindi imporre dei cambiamenti anche se li ritiene auspicabili.