Perdita fiscale dopo la conversione di un mandato di gestione patrimoniale
Il figlio della cliente è stato particolarmente turbato dal fatto di aver ricevuto la visita del nuovo consulente poco prima della modifica del mandato di gestione patrimoniale, ma senza ch’egli lo informasse delle misure previste. Il figlio sosteneva pure che, dopo la morte della madre, gli eredi non sarebbero stati tassati sugli utili realizzati e che quindi la banca avrebbe dovuto aspettare prima di procedere alla modifica del mandato di gestione patrimoniale.
L’Ombudsman ha quindi contattato la banca e le ha chiesto di esprimersi sul caso. In particolare, voleva capire i motivi della conversione del mandato di gestione patrimoniale, se la cliente era stata informata dei cambiamenti e dei rischi connessi e se, nelle sue decisioni, essa aveva tenuto conto delle eventuali conseguenze fiscali. La banca era del parere che, sulla base del contratto di gestione patrimoniale e delle direttive dell’Associazione svizzera dei banchieri per i contratti di gestione patrimoniale, non solo non era tenuta a informare la cliente o il suo rappresentante del cambiamento previsto, ma che era pure autorizzata ad adottare tali misure senza ulteriori indugi. La visita del nuovo consulente al figlio del cliente era servita per fare la sua conoscenza e non a discutere degli investimenti. La banca ha pure indicato ch’essa ha preso la decisione di principio di non più gestire in modo tradizionale i depositi più piccoli, ossia quelli al di sotto del milione di franchi, ma di vendere i valori in portafoglio e di utilizzare il ricavato per l’acquisto di un adeguato fondo strategico d’investimento interno, gestito attivamente. Ciò sarebbe più efficiente e comporterebbe anche una riduzione dei costi per i clienti.
Inoltre, la banca ha informato l’Ombudsman che, in virtù delle sue condizioni generali, spettava esclusivamente ai clienti informarsi sulle conseguenze fiscali degli investimenti. Nell’ambito della gestione patrimoniale, la banca non è obbligata a tenere conto della situazione fiscale dei suoi clienti quando prende decisioni d’investimento. Mediante gli estratti di fine anno, la cliente era stata informata del fatto che nel suo deposito titoli si erano accumulati considerevoli utili contabili. Infine, ha sottolineato che, per circa la metà del portafoglio, la modifica era già stata effettuata nel 2017 e che gli estratti patrimoniali, in cui le relative operazioni erano visibili, non sono stati contraddetti.
L’Ombudsman è intervenuto nuovamente presso la banca e ha dovuto informarla che, a suo avviso, le sue dichiarazioni erano in gran parte errate e semplicemente non più aggiornate. Egli ha riconosciuto che la banca non è obbligata a fornire consulenza fiscale alla cliente sulla base delle condizioni contrattuali applicabili. Tuttavia, non avendo ricevuto in anticipo le informazioni sulle modifiche previste per il mandato di gestione conferito, quest’ultima non era stata in grado di chiarire le conseguenze fiscali a esse legate. L’Ombudsman era anche del parere che una banca con clienti privati internazionali deve essere consapevole degli elementi fondamentali dei sistemi fiscali applicabili alla propria clientela. Contrariamente alla Svizzera, molti Paesi hanno un’imposta sugli utili da capitale per i privati. Anche se tali imposte differiscono da paese a paese e che la banca non era tenuta a chiarire la situazione fiscale individuale della cliente, essa avrebbe dovuto essere cosciente che la modifica di un mandato di gestione patrimoniale può avere gravi conseguenze fiscali per i clienti soggetti all’imposta sugli utili da capitale. Una banca deve evitare decisioni di gestione talmente sfavorevoli a livello fiscale da mettere a repentaglio il rendimento degli investimenti. Questo fa parte dei suoi doveri in quanto gestore patrimoniale e non ha nulla a che fare con la consulenza fiscale. Nel caso in questione, solo a causa delle imposte, la cliente ha perso molto più del 10% del suo patrimonio d’investimento.
Dopo essersi confrontata con queste argomentazioni, la banca si è mostrata disposta a compensare la cliente per il 50% delle imposte sostenute a causa della modifica del mandato. L’Ombudsman ha ritenuto questa proposta di transazione appropriata, in quanto la cliente e suo figlio non si sono opposti agli estratti patrimoniali di fine anno per il 2017, ciò che avrebbe permesso di evitare ulteriori danni. Il rappresentante della cliente ha accettato la proposta transattiva con gratitudine.