Cedole in sospeso di un’obbligazione emessa da una società russa
Nel contesto dei pagamenti di cedole di obbligazioni russe, l’Ombudsman ha avuto più volte modo di constatare che alcune banche sono riuscite a effettuare integralmente e più o meno puntualmente tali pagamenti ai loro clienti, mentre altre non hanno potuto farlo. Quest’ultime hanno sempre sostenuto di non aver mai ricevuto i pagamenti. In base alle loro disposizioni contrattuali, relative all’attività di deposito, queste banche consideravano non essere tenute a versare ai clienti i pagamenti in sospeso o a anticiparli ai loro clienti e ad assumere i rischi di un eventuale mancato pagamento.
Nel caso in questione, il cliente ha ripetutamente sostenuto che entrambe le banche A e B avevano la stessa banca depositaria e che quest’ultima aveva ricevuto integralmente e puntualmente i pagamenti delle cedole da parte dell’impresa russa per tutti i clienti. Tuttavia, nonostante le ripetute domande dell’Ombudsman, il cliente ha potuto dimostrare le sue affermazioni soltanto per quanto concerneva i pagamenti delle cedole effettuati dalla banca A. Il cliente non ha invece fornito ulteriori informazioni sulla presunta completezza e puntualità dei pagamenti delle cedole da parte dell’emittente russo.
L’Ombudsman non aveva motivo di dubitare della dichiarazione della banca B secondo cui essa non aveva ricevuto i pagamenti dalla sua banca depositaria. La banca B ha spiegato all’Ombudsman, come già altre banche in una situazione analoga, che nella catena di custodia delle obbligazioni sono regolarmente coinvolte più banche. Queste ultime sarebbero spesso toccate in modo diverso dalle sanzioni occidentali in relazione alla situazione in Ucraina e alle contromisure russe. Da questa circostanza potevano nascere situazioni molto complesse, con la conseguenza che alcune banche riceverebbero integralmente e puntualmente i pagamenti delle cedole, mentre altre li riceverebbero solo in parte, in ritardo o addirittura non li riceverebbero affatto. Secondo la banca, conformemente alle disposizioni contrattuali usuali nel settore, essa non era tenuta a contabilizzare i pagamenti delle cedole se non gli aveva ricevuti. Il mancato pagamento delle cedole rientra nei rischi a carico dell’investitore.
L’Ombudsman ha potuto comprendere bene le affermazioni della banca B in merito alla problematica e non ha ravvisato alcuna mancanza da parte sua. L’Ombudsman non è tuttavia riuscito a convincere il cliente: dopo la conclusione della procedura di mediazione, egli lo ha contattato ripetutamente affermando che la banca B aveva infranto i suoi obblighi contrattuali. Fortunatamente, la situazione ha potuto essere definitivamente risolta poiché la banca B ha ricevuto, con ritardo, i pagamenti delle cedole e ha potuto accreditarli al cliente.